lunedì 14 giugno 2010

il Toro resta.

Il Toro resta in serie B.

perdere la finale dei play-off mentre già si assaporano le voluttà della serie A è un pò come retrocedere una seconda volta.
Non mi va di ringraziare nessuno dei giocatori oggi, nè tantomeno la società o il presidente. la risalita nella massima serie sarebbe dovuta essere un atto dovuto, non un'impresa. Noi siamo il Toro, la prima squadra di torino per numero di tifosi, e la Serie A ci appartiene. lo dice la storia, il blasone, la nostra magnifica Maratona, i nostri eroici ex-giocatori e allenatori (senza andare troppo indietro, gente come Emiliano Mondonico e Roberto Muzzi). lo dice il cuore, lo dice lo spirito.
Poche partite all'altezza della nostra storia e del nostro proverbiale tremendismo (le quattro dei play-off più un paio della regular-season) non bastano a cancellare una stagione allucinante fatta di clamorosi rovesci (toro-padova 0-1, alla 6a stagionale, toro-crotone 1-2 alla 16a e toro-salernitana 2-3, con loro già retrocessi, alla 26.a) e squallidi pareggi, forse ancor più difficili da digerire (Toro-piacenza 1-1, Toro Cesena 1-1, 35a e 36a giornata) in casa, oltre alle imbarazzanti vicende avvenute fuori dal campo.
Come si evince dalle statistiche, le figure di merda stagionali sono sia precedenti che successive alla famosa rivoluzione di gennaio, dove l'ultimo d.s. Petrachi ha dato una nuova definizione al proverbio "fare le nozze coi fichi secchi". Senza spendere praticamente un euro è riuscito a far arrivare una decina di nuovi giocatori, per lo più interessanti, e a tagliare temporaneamente i rami secchi (DDM, Colombo, Loviso, Calderoni) che comunque avremo presto nuovamente sul groppone.
Trovo soprattutto imperdonabile il non aver acquistato una qualsiasi seconda punta integra ed esperta di categoria (quanto mai poteva costare?), preferendo andare a pescare "el Pescador" Salgado addirittura in Lega Pro. l'apporto di suddetto giocatore, come di Antonelli, Gorobsov e Statella, è stato nullo, in definitiva. quello degli epurati di gennaio, di Leon, Gasbarroni, Rivalta, Loria, Zoboli e di Pià è stato addirittura dannoso. a far intravedere buone qualità non del tutto espresse Pestrin, Rubin, Scaglia, Garofalo, D'aiello e Genevier (ma non sono dei fenomeni, in A temo se li mangerebbero, vedi Rubin Garofalo e Genevier).
Potessi, ripartirei da Morello, Sereni, D'ambrosio, Ogbonna, Barusso e Bianchi. Non è certo un caso che siano gli unici ad avere offerte. Rolando, soprattutto, è stata l'unica nota davvero memorabile di questa stagione. Un capitano e un signor giocatore come non se ne vedevano da parecchi anni, per qualità umane e tecniche riunite nella stessa persona. è stato anche l'unico a darci l'impressione di essersi innamorato di questa maglia almeno quanto noi ci siamo innamorati di lui.
Spero sul serio che rimanga, ma avendo fallito la promozione se ne andrà al 99%. Anche Ogbonna potrebbe andarsene, e persino D'ambrosio. Bisogna essere obbiettivi, e prepararsi al peggio.
Lo stesso Cairo potrebbe vendere, se trovasse un compratore serio (anche se mi pare che non ci sia nessuno alla porta). L'operato del presidente resta certamente controverso; io dico solo che le rose di brescia, cesena e lecce sulla carta non erano migliori delle nostre, cioè che Cairo non abbia speso meno o peggio di Corioni o Semeraro, per esempio, per non parlare del miracolo-Cesena.
Nel frattempo Colantuono (che non abbiamo mai apprezzato più di tanto) ammette di aver disputato i play-off già virtualmente seduto sulla panchina dell'Atalanta. Del resto, obbiettivamente, non è mai stato in grado di regalarci un gioco, quindi non credo lo rimpiangeremo troppo.
In buona sostanza, chi vuole abbandoni pure la nave. Noi saremo sempre qui.
Il Toro siamo noi.

Il Toro resta, e basta.

mercoledì 19 maggio 2010

Draquila, di Sabina Guzzanti (appunti sparsi)

- questa è la dittatura della merda. non ci sono i gendarmi che ci picchiano se parliamo ancora male e ad alta voce del regime, non ci danno l'olio di ricino per farci cagare addosso, non ci fanno fare il passo dell'oca o il saluto romano. potremmo andarcene in giro per l'europa senza problemi, se volessimo scappare, e fumarci le canne per la strada. Non essendoci un nemico fisico manifesto, un impedimento reale, non torneranno nè i partigiani nè le Br. Non sappiamo effettivamente dove sfogare la nostra frustrazione e continuiamo coi nostri discorsi da intellettuali oziosi dietro i boccali di birra, fino al prossimo documentario scandalo che per un paio d'ore ci strappi dal torpore.

- tutti quanti, come italiani, siamo degli stronzi. chi ha votato per Berlusconi, chi non ha votato affatto, chi ha votato per questa opposizione, chi fa parte di questa opposizione, chi gestisce eventuali opposizioni alternative. il Pd è un partito ectoplasmatico, i Grillini si scioglieranno come neve al sole, i giovani studenti sfilano travestiti da pagliacci o si sdraiano in rettorato, gli autonomi tirano sampietrini contro quattro stronzi in tenuta anti sommossa, io mi lamento e mi incazzo e basta. wow, lassù si staranno cagando addosso.

- ogni volta che ci scandalizziamo per qualcosa, dobbiamo sempre ricordarci che c'è qualcosa di peggio che ci stanno tenendo nascosto. quando lo scopriremo, ricordiamoci anche che probabilmente non ci stiamo rendendo conto di qualcosa di ancora molto peggio.

- ruota tutto attorno alla figa. l'uomo medio vuole i soldi perchè dove ci sono i soldi c'è la figa ( mediaset, i calciatori) e quindi vota a destra, sperando di averne un pò. Da Berlusconi in giù, soldi e potere sono condizioni da raggiungere per scoparsi le donne più belle; basta ascoltare di cosa parlano questi geni del male nelle intercettazioni.
riportiamo la figa a sinistra, come negli anni '60, e avremo risolto.

venerdì 30 aprile 2010

primo maggio

Domani è la festa dei lavoratori, come ricorda persino la home-page di Google.
Che non ci sia molto da festeggiare è evidente a tutti: morti bianche, disoccupazione, precariato, sindacati inesistenti o al limite corrotti, contratti-truffa, datori di lavoro cravattari, ritenute d'acconto da far girare la testa (per le mie prestazioni come distributore del quotidiano City per il mese di marzo la "Publigroup" mi ha corrisposto la bellezza di 265 euro lordi, che diventano 212 euro netti. 53 euro di tasse, rendiamoci conto). Ho sempre partecipato alla classica manifestazione mattutina quando ero studente (è curioso che la percentuale di studenti in piazza sia stata quasi sempre superiore a quella degli effettivi lavoratori); mi piaceva l'idea di prendere parte ad un corteo trasversale, per celebrare quello che dovrebbe essere un sacrosanto diritto/dovere di tutti. E' la costituzione, del resto, a sancire che la nostra sia un repubblica democratica (ehm, più o meno) fondata sul lavoro.
ora che oso definirmi lavoratore (in quanto già laureato e attualmente "contrattato" a tempo determinato) non potrò sfilare col corteo, dato che il caso vuole che domani sia di turno e i tempi tecnici mi impediscano di manifestare in mattinata e presentarmi puntuale alle 14 riposato, docciato, vestito, sbarbato e nutrito sul posto di lavoro. non si tratta di una presa di posizione, tutt'altro; se potessi, anzi, parteciperei con ancora più convinzione rispetto al passato, sebbene tutte le mie urla e i miei canti non siano serviti a nulla.
domattina quindi, se potete, sfogatevi anche per me.

colonna sonora: Primo Maggio, Marlene Kuntz
http://www.youtube.com/watch?v=FkXCOAfpOa4

mercoledì 21 aprile 2010

life kills the video stars

Sandra...

CHIIIII?

Sandra!

CHIIIIIIIIIIIIII?

Mi ritiro per deliberare.


(Raimondo Vianello era un grande comico, ma ormai non lavorava seriamente da anni. i suoi siparietti con la povera Sandra mi hanno regalato risate di cuore, soprattutto quando ero più piccolo. non dico che mi mancherà, ma sicuramente senza di lui c'è meno da ridere. c'è sempre meno da ridere, accidenti. Mosca era un pagliaccio, ma di quelli buoni, in fondo. La dipartita di Santi Licheri, invece, mi è del tutto indifferente, anche se probabilmente mio nonno non la pensa così.)

lunedì 19 aprile 2010

un mese, giorno più giorno meno

è esattamente un mese che non pubblico nulla e, sinceramente, spero di esservi mancato.
il punto è che sicuramente mi è mancata la voglia di scrivere, nell'ultimo periodo; quando inizio un post e fatico a concluderlo, o mi accorgo che lo sto tirando per i capelli, lo ritengo un sintomo inequivocabile che sia il momento di fermarsi un pò a prendere fiato.
sono successe parecchie cose nell'ultimo mese, ma chissà quante di queste sono davvero memorabili. Torino è invasa dai pellegrini della Sindone, e benchè trovi il tutto abbastanza ridicolo (per non essere blasfemo a supporto delle mie opinioni cito il Vangelo secondo Giovanni, 20, 1-9: "perchè cercate tra i morti colui che è vivo?") il marasma generale mi ha portato un lavoro ottimamente pagato (anche se il City mi manca già), almeno fino al 23 maggio; devo solo vendere statuette di Tutankamon a cifre da capogiro e rispondere a tono se qualcuno mi chiede dove si trova il Museo EGGINZIO.
Allargando lo sguardo al Piemonte, invece, ci ritroviamo con un leghista presidente di regione; dopo lo smarrimento (sgomento, disperazione, desiderio di fuga... fate voi) iniziale mi chiedo solo quanto questo influenzerà seriamente le nostre vite di giovani piemontesi. aspettare è l'unico modo per valutare l'entità del danno commesso da un'orda di invasati (che lo hanno votato) e un manipolo di delusi (che hanno disperso il loro voto. Disperso... come se votare il PD fosse un atto dovuto). Più in alto ancora, l'Italia tutta attende speranzosa il litigio fra un fascista pentito e un mafioso incallito, e mentre il governo cerca di screditare Emergency (a quale scopo, poi?) con accuse di terrorismo infondate alcuni preti indicano la pagliuzza dell'omosessualità tentando di nascondere la trave della pedofilia .
vi sembra che fosse il caso di commentare avvenimenti simili?

giovedì 18 marzo 2010

Indagatus, di Carlo Vanzina

Indagatus è un film che non è mai stato girato. Narra la storia del presidente del consiglio Italiano Silvio Berlusconi che, perseguitato ingiustamente da giornalisti giustizialisti, toghe rosse e porci comunisti vari riesce ancora una volta a conservare la propria impunità avendo compreso l'importanza fondamentale del giuoco del calcio nel nostro paese. Stringendo un rapporto privilegiato col capitano della nazionale e ispirando la squadra tutta grazie alle parole del poeta Mariano Apicella, favorirà la vittoria finale ai mondiali Sudafricani del 2010 riuscendo nel contempo a ricompattare un paese diviso e creare finalmente un nuovo miracolo Italiano. Magistrali le performance di Massimo Boldi nel ruolo di Fabio Cannavaro (che, evitando coi testicoli un gol avversario all'ultimo minuto finale esclamerà "Che dolore al pallottoliere!!") e di Berlusconi nel ruolo di sè stesso: "Nessuno mi sembrava adatto.". Indimenticabile la scena finale in cui tutti i giocatori azzurri intimidiscono gli avversari ballando "Asereje" delle Las Ketchup.

un grazie a Simone.

lunedì 8 marzo 2010

8 Marzo

Oggi come saprete è "la festa della donna", ed io tendenzialmente voi donne vi amo un pò tutte (qualcuna in particolare, ca va sans dire) quindi, a corto di mimose, vi dedico questo post.
E' che ho notato la tendenza preoccupante a svilire questa ricorrenza come se fosse un San Valentino qualsiasi, coi nani dei programmi Tv intenti per un giorno e uno soltanto a valorizzare le colleghe ballerine omaggiandole con giallissimi mazzi di fiori (oooooooooh...) e spogliarelli improvvisati (mentre loro sono semi-nude come al solito, per andare sul sicuro).
Sono anche certo che stasera alcune di voi andranno a vedere un numero variabile di falsi pompieri e poliziotti ricoperti di muscoli e grasso... voglio dire, per divertirsi una sera ci sta anche, ci mancherebbe... però vi chiedo seriamente di pensare per un attimo a cosa questa Festa significhi, e a ricordarlo magari ai più distratti fra noi maschietti. Ci sono state ragazze e donne, prima di voi, che hanno lottato duramente per guadagnare i diritti (sacrosanti, peraltro) di cui godete oggi. Le classiche donne con le palle, per intenderci, che a vedersi celebrate oggi da gente come Mara Carfagna o Simona Ventura si staranno sicuramente rivoltando nella tomba.
Ho conosciuto molte ragazze davvero in gamba ultimamente, soprattutto negli ambienti di lavoro che sto frequentando; persone intelligenti, preparate e capaci, che probabilmente devono tutt'ora fare i conti con la discriminazione sessuale. D'altro canto, al di là del luogo comune, ho visto ragazze affascinanti approfittare beceramente della loro condizione per ottenere privilegi, giocando sullo stesso campo dei peggiori fra noi maschietti. Alle prime dico di non arrendersi, di raccogliere il testimone lasciato dalle pioniere russe o americane (senza fanatismo, possibilmente: come diceva qualcuno "Bisogna essere duri senza perdere la dolcezza"); alle altre chiedo solo di riflettere un pò su quanto penalizzino le prime.
Pre(te)ndete le "rose", insomma (o le mimose, nella fattispecie, per un giorno) ma non scordatevi del "pane". Buon 8 marzo a tutte.

http://www.youtube.com/watch?v=u8Y-sZ2WrfA

sabato 6 marzo 2010

Leggi ad minchiatam

Avevo cominciato a parlare delle prossime elezioni regionali in tono leggero e, visti gli avvenimenti seguenti, avrei potuto tranquillamente continuare sulla stessa falsariga. L'esclusione della lista Formigoni in Lombardia per insuffucienza di firme conformi e quella della lista Pdl nel Lazio a causa del ritardo dovuto all'acquisto di un panino al bar (semplicemente fantastico) sembravano quasi star lì apposta a ribadire che la politica in Italia viene gestita da persone che la prendono meno sul serio di quanto possa farlo il vostro blogger preferito. Oltretutto, vedere ben due liste del Pdl eliminate dalla corsa alle regionali sembrava semplicemente troppo bello per essere vero. Infatti.
La lista Formigoni è stata riammessa alla corsa elettorale dal Tar della Lombardia, dopo l'esclusione patita per mano della corte d'appello, mentre quella del Lazio sarà abilitata a concorrere nuovamente avvalendosi del classico decreto ad hoc, firmato nella giornata di ieri anche da "Ponzio Pilato" Napolitano (Di Pietro dixit, anche se io ormai lo definirei il nonno rincoglionito di Pulcinella. il problema è che le sue decisoni "controverse" hanno un peso specifico enorme). C'è da non crederci.
Mi domando se non sia stata varcata l'ennesima frontiera del ridicolo, mi domando (e la risposta mi spaventa seriamente) cosa ci toccherà ingoiare la prossima volta. Se delle regole ci sono, vanno rispettate: se una lista non corrisponde ai parametri di ammissione, non va ammessa. Semplice, cristallino. Ma in questo paese ormai, se si è dalla parte giusta, si può fare tutto alla cazzo senza subire la minima conseguenza, dal momento che si ha la certezza che una legge creata a tavolino porrà rimedio alla minchiata appena fatta. Quando si perde la partita si cambiano le regole.
Sempre secondo Napolitano, poi, l'assenza del Pdl sarebbe stata insostenibile perchè una larga parte della popolazione si sarebbe ritrovata non rappresentata alle prossime elezioni solo a causa di un vizio di forma. Io a quella larga parte di elettori risponderei semplicemente di scegliersi dei rappresentanti meno imbecilli.


lunedì 1 marzo 2010

Manuale del buon Promoter: #2 La Carnagione Chiara

"Buongiorno! Le interessa una guida turistica della città di Londra?"
"E' nuova di questa settimana? Quanto costa?"
"Si signore, è quella nuova. Costa 3 euro"
"Allora la prendo"
"La compri dal mio collega qui di fianco"*
"No, da lui no. Arrivederci."

*il mio collega del Bangladesh

Manuale del buon Promoter: #1 La Botta di culo

"Ti interessa una guida turistica della città di Londra?"
"No grazie!" Sorriso
"Dai, magari ti ci porta il tuo ragazzo!"
"Ecco, veramente mi ha lasciato l'altro ieri. Stavamo insieme da tre anni"
"Mi spiace... buona giornata..."
"Eh. si, si." Occhi lucidi

Oxford

"Buongiorno! Le interessa una guida turistica della città di Londra?"
"No, non me ne fotte un cazzo."
Il cliente dei miei sogni. Purtroppo è sparito subito.

domenica 28 febbraio 2010

Bastardi Senza Gloria (e un pò azzurri)

Ho rivisto per la terza volta l'ultimo filmaccio (in senso buono) di Quentin Tarantino, dopo averlo notato troneggiare sullo scaffale principale del mio edicolante di fiducia. Non ho saputo resistere all'acquisto, pungolato peraltro dalla più classica delle trappole del commerciante: "Sai, è l'ultima copia che mi resta".
Un affare, mentre a malincuore stavo già riflettendo sul fatto che un dvd mi costi quasi tre ore di lavoro. (aggiungo che detesto comprare Panorama ma sono costretto ad ammettere che sia il giornale con gli inserti migliori. Inoltre, scaraventarlo nel bidone della rumenta appena fuori dall'edicola per tenersi solo il Dvd è per me una soddisfazione non da poco).
Inutile che ribadisca ancora una volta quanto mi abbiano fatto impazzire i Bastardi. Belli sporchi e cattivi, spietati, decisi e decisivi, forse non troppo acuti ma a tratti esilaranti. Appena fuori dalla sala anche io, come Tarantino stesso per bocca del tenente Aldo Raine nell'ultima scena della pellicola, avevo esclamato "Potrebbe essere il suo capolavoro!", e a tutt'oggi ne sono ancora convinto.
Fermo restando il livello tecnico altissimo dei film precedenti, l'attenzione maniacale per ogni dettaglio, la capacità non comune di tratteggiare personaggi e situazioni talmente assurdi da entrare immediatamente nel mito cinematografico, un cast perfettamente in parte da Pitt a Waltz passando (magari...) per la Laurent (menzione d'onore per Eli Roth, indimenticabile Orso Ebreo che punisce i nazisti armato di mazza da Baseball) e una colonna sonora da urlo, il tratto distintivo di Inglorious Basterds rispetto a tutti gli altri film del regista americano è la collocazione in un periodo storico preciso, il coraggio finalmente di rapportarsi a un avvenimento (e quale, poi) realmente accaduto, declinandolo in maniera totalmente personale.
Reservoir Dogs, Pulp Fiction, Jackie Brown e Kill Bill (Deathproof non lo considero nemmeno) avevano a mio giudizio questa unica pecca, e cioè di essere universi chiusi, di non aver alcun collegamento con la Storia. I Bastardi invece si muovono, ovviamente a modo loro, in un contesto che più reale non è possibile immaginare. E nonostante l'assurdità della vicenda narrata, Tarantino riesce con somma maestria a giustificare tutto ciò che succede, a rendere tutto plausibile, compreso l'assassinio finale nel cinema (unico luogo in cui Tarantino poteva situarlo) di Hitler. In altre parole, secondo me, se i Bastardi fossero realmente esistiti probabilmente la seconda guerra mondiale sarebbe anche potuta terminare in questo modo.
Riducendo poi la trama al minimo assoluto, abbiamo un pugno di perseguitati (in quanto ebrei durante il nazismo) che si oppongono ad un Regime Tirannico molto più potente di loro usando tecniche di resistenza Apache (lo dice Pitt stesso); se ci si pensa un attimo, è anche la stessa trama dell'altra pellicola dell'ultimo periodo che rimarrà negli annali della storia del cinema, Avatar. Qui i Bastardi sono buoni, blu e alti un paio di metri, ma la sostanza non cambia. Anche i Na'avi ricordano gli Apache per abitudini di vita, estetica e armi a disposizione, sono militarmente più deboli dei loro avversari ma trionfano (con sommo godimento del pubblico tutto) a dispetto delle forze in campo, usando il cuore e l'ingegno (come i Bastardi, in fondo).
Ma allora se al cinema le masse si appassionano per le minoranze (etniche o meno) che lottano, resistono e non si arrendono nemmeno quando la situazione è disperata, com'è che il mondo è sempre dominato dai Berlusconi mentre tutti quanti abbassano la testa? non sarebbe ora di una nostra piccola resistenza Apache?

lunedì 22 febbraio 2010

Non ci sono Razzisti Italiani

Ho iniziato questa mattina (alle 6:30!) un nuovo lavoro. Non mi addentrerò più di tanto nei particolari, vi basti sapere che non richiede competenze eccezionali e che non è troppo ben retribuito, quindi di conseguenza viene svolto prevalentemente da giovani immigrati. Aggiungendo poi che il grosso dello stipendio dovrebbe derivare dalla vendita di un prodotto, (peraltro relativamente appetibile) va da sè che la non perfetta conoscenza della lingua italiana rappresenti per questi venditori improvvisati un grosso handicap. ma lo sporco mondo del lavoro di oggi va così, inutile piangerci sopra; se questi ragazzi hanno accettato comunque, evidentemente non avevano troppa scelta e sapevano perfettamente a cosa stavano andando incontro, sperando magari in un risultato che superasse le loro stesse aspettative.
quello che forse non si aspettavano era che si verificassero un paio di episodi di razzismo raccapricciante, purtroppo accaduti in postazioni lontane dalla mia e che ho solo sentito riportati a fine turno: pare che un paio di questi ragazzi siano stati molestati alla fermata del bus da un anziano armato di bastone, il quale ovviamente non lesinava pesantissimi insulti fra un colpo e l'altro. ad un'altra fermata, un giovane italiano si è messo ad aggredire un altro malcapitato straniero, reo di avergli chiesto se gli interessava acquistare il prodotto in questione. Pare che le parole proferite da questo tale (qui ripulite dal sottoscritto per i lettori più impressionabili) siano state "Come osi chiedermi soldi, sei tu che dovresti darli a me" e via così.
Sebbene ci scherzi spesso su, il razzismo mi fa schifo in ogni sua forma. d'altro canto, facendo questo tipo di lavoro, ho imparato soprattutto il rispetto per questi ragazzi di altri paesi catapultati in una vita di merda. Non vi piacciono se rubano, non ci piacciono se spacciano la droga che voi stessi comprate, non vi piacciono nemmeno quando fanno un lavoro che davvero nessuno di voi vorrebbe fare.
Auguro a chi ha il coraggio di attaccarli niente di più che di vivere la loro vita anche solo per un paio di settimane, per capire come ci si sente. sarebbe più che sufficiente per uomini così piccoli.

venerdì 19 febbraio 2010

Manifesti #2: Certezze

1) "Io sono di destra"
Così recita lo slogan di Roberto Salerno, candidato col PDL per le prossime elezioni regionali.
Viene da rispondere: "A zì, bella pè te! Io ero di quell'altra ma mò non mi ricordo benebene come si chiamava...". Vi invito anche a fare un giro sul suo sito ufficiale, semplicemente esilarante (cito: TORINO TORNI CAPITALE MONDIALE DELL'AUTO o RIFORMARE LA CACCIA). quanto a comicità questo blog è Martufello e il suo Chaplin.

2) "Buquicchio: si legge Buquicchio, si scrive Buquicchio." (chi sarà mai il candidato?)
Eh, mò moo scrivo. Stanotte, in ogni caso, dormo più tranquillo.
Certo che questi dell'Italia dei valori son tremendi: non è che si scrive in un modo e si legge in un altro, si legge e si scrive uguale. Se questa non è coerenza io non so proprio cosa lo è.

3) "Scanderebech: Sempre al centro con la gente"
'a Deodato (cioè, Deodato di nome e Scanderebech di cognome!), ma che centro e centro d'Egitto? stai sempre a Porta Palazzo stai! ogni anno, da tempo immemore, lo stesso manifesto colle bancarelle di frutta dietro e i pensionati attorno, che c'è ancora quello con gli occhiali da sole che ti chiede a quanto sta un chilo di pere... a sto punto fatti una bancarella ortofrutticola e vedi che vivi più sereno

giovedì 18 febbraio 2010

i love Pd

"Piemontese, non pirla"

Così lo slogan che campeggia su uno dei manifesti del Partito Democratico in occasione delle regionali. Sicuramente d'impatto, non c'è che dire. Ma analizziamolo meglio.
Per prima cosa riporta alla mente quell'agghiacciante Boutade (trad. buttanata) del vostro/loro presidente del consiglio, che disse, in tempi non sospetti, che chiunque avrebbe votato per il centrosinistra avrebbe dimostrato inequivocabilmente di essere un coglione. Ci si era giustamente indignati per questo approccio da stadio alla politica, a questo ormai proverbiale modus operandi (trad. Buttarla in Caciara) del premier. Oggi il Pd decide di buttarla in caciaria a proprio favore: dal manifesto si deduce che chi voterà per il PDL alle prossime elezioni regionali sia un Pirla. In pratica hanno deciso di fare esattamente ciò che fece il bel Silvio, ma con un ritardo netto di circa cinque anni; ne deduco che i creativi del Pd hanno una mente troppo acuminata per gli standard del sottoscritto. Sono superiori.
Trovo anche evidente il doveroso omaggio tributato al tecnico dell'inter Josè Mourinho, il quale, durante la prima conferenza stampa italiana, rispose ironicamente "Io non sono un pirla" a una domanda maliziosetta del giornalista milanista/berlusconiano di turno. E' chiaro che Mourinho, come allenatore della Beneamata, sia il più vincente e convincente oppositore recente di Berlusconi, almeno a quello "patron del Milan" (non a quello "operaio" o "astronauta"); è anche l'individuo che nell'ultimo periodo gli ha dato più fastidio in assoluto. Purtroppo le clausole del contratto che lo lega ai nerazzurri non gli hanno permesso di diventare il nuovo leader del Pd, anche se c'è chi sarebbe pronto a scommettere su di lui (io in primis, anche se immagino che Balotelli creerebbe scompiglio in parlamento).
Rimanendo in ambito calcistico, del resto, come scriveva Michele Serra su una storica copertina di Cuore una quindicina di anni fa, "a una politica da stadio si risponde con una politica da stadio":
perchè non scrivere sui manifesti direttamente BER-LU-SCO-NI VAF-FAN-CU-LO, allora?

pensierino finale: sebbene mio padre sia lucano e mia madre siciliana, io sono nato e cresciuto a Torino, quindi posso a buon diritto ritenermi piemontese. ne deduco che potrei essere falso e cortese, ma in quanto Piemontese sicuramente non Pirla.
ed è esattamente per questo che non voterò per il Pd alle prossime elezioni.

mercoledì 17 febbraio 2010

postilla sulla va bin parade

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.

Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

lunedì 15 febbraio 2010

va (un cazzo) bin pareid

sebbene sia quasi certo che questo post mi renderà un pò più impopolare (di più? ussignur...) dichiaro che per me la street parade è stata una cagata pazzesca. Anche se, essendo stato impossibilitato ad assumere alcoolici a causa di insormontabili problemi fisici derivanti dal Tamango della sera prima, sono disposto ad ammettere che non ero nelle condizioni migliori per godermela appieno.
io sabato pomeriggio per strada ho visto soprattutto una grande quantità di droga, ascoltato musica che non mi piaceva affatto (e praticamente di un solo tipo, dato che almeno 17 carri su 20 mandavano roba da rave, hardcore drum'n'bass e poco altro) e incontrato i tipici giovani con quelle facce che a vederli fanno schifo.
al di là della piacevolezza di incontrare vecchi amici persi di vista, o più banalmente di bere birra (poca, per la verità) ascoltando i SantaBarba suonare dal vivo (gli unici stoici) su un carro sfilante per corso vittorio in compagnia di alcuni di quelli attuali, non ho visto nient'altro di buono.
Non c'era spazio nè voglia di interazione fra noi "Youth 2010", non c'erano colori, non c'era alcun tipo di messaggio nè motivo per essere lì. mi spiace parlare come solo mio nonno saprebbe ma trovo i concetti stessi che stanno alla base della parade (fondamentalmente fare i cazzoni per strada, imbottiti di droghe e attaccati alle casse) indifendibili rispetto ai disagi che la stessa ha provocato alla città, in termini di disturbo alla quiete, traffico bloccato e devastazioni varie (e potete immaginare quanto poco me ne freghi di queste tre cose).
Trovo altresì incredibile che tutti quei ragazzi insieme abbiano prodotto un tale deserto di significato.
il punto è che le forze dell'ordine, il governo dei Brunetta , le agenzie interinali e in generale le autorità tutte ci metterebbero la firma perchè fossimo sempre come sabato pomeriggio: instupiditi da musica e additivi vari, più propensi a dimenticare tutta la merda ballando senza sapere dove siamo e soprattutto senza avere un emerito cazzo da dire. se la nostra identità è questa, se la nostra rabbia si esaurisce nel ribaltare un bidone dell'immondizia o tirare delle bottiglie di vetro per aria, hanno proprio vinto loro.

mercoledì 10 febbraio 2010

per un corretto godimento dell'acquario

Come avete potuto vedere ho aggiunto un'applicazione-acquario al Blog. Potrebbe forse sembrare una sottile metafora sulla condizione di un giovane scrittore/pensatore/disoccupato quale sono (il pescetto nero) che si dibatte in un mondo di coetanei indifferenti e tutti uguali (i pescetti rossi) che non si curano dei problemi della società che li circonda e che sembra non conoscano minimamente il significato della parola "distinguersi".
Ma non è così, anche perchè come metafora non sarebbe poi così sottile ("a bug's life" a questo proposito è molto più incisivo).
L'acquario è incredibilmente solo un semplice acquario; l'ho aggiunto perchè mi sembrava carino da guardare, e perchè non ho mai avuto il permesso di tenere animali domestici in casa; in effetti spesso rimango rapito dai miei stessi pescetti, anche se mai per più di 2 o 3 ore al giorno (no scherzo, al massimo un'oretta e mezza). Bomba delle bombe, se cliccate col mouse in un punto qualsiasi dello sfondo bianco, appariranno dei puntini di mangime giallognolo, e tutti i pescetti magicamente si precipiteranno a mangiarli.
E' un pò come gettare un contratto a tempo indeterminato in una stanza piena di giovani.
(no davvero, non è una metafora...)
Ora devo andare, i miei pescetti hanno fame.

Colonna sonora: So long and thanks for all the fish (da "Guida galattica per autostoppisti")

giovedì 4 febbraio 2010

cornuti, mazziati e contenti

Poco fa un amico mi ha informato che è stato preso per uno stage di 6 mesi presso una testata di critica giornalistica/giovanilistica. I compiti che svolgerà non sono ben chiari, la redazione è situata poco fuori torino, non è prevista alcuna retribuzione se non un probabilmente striminzito rimborso spese e le prospettive di assunzione sono quantomeno nebulose; ma ehi, fa curriculum!
ciononostante, ha dovuto aspettare la risposta un paio di giorni oltre il limite che era stato prefissato, forse anche per il discreto numero di pretendenti, fatto che ha aggiunto un certo pathos all'attesa. non faccio fatica ad immaginare anche un robusto scoglionamento da parte sua, a dirla tutta.
Oggi, finalmente, la lieta novella. Lui era soddisfatto, io ero contento che l'avessero preso: si è celebrato il fatto come una vittoria, a prima vista giustamente: io sono stato preso, gli altri no, di conseguenza ho vinto! Tutto corretto, più o meno. il punto è che se si ragionasse meglio sul contenuto di proposte come questa apparirebbe evidente quanto siano paragonabili a sfruttamento nudo e crudo. in un mondo del lavoro più giusto è possibile che offerte del genere non le prenderemmo nemmeno in considerazione. A tal proposito già mi ritorna in mente quel magico tirocinio al GRP protagonista di tante vecchie pagine di questo blog, esperienza che però preferisco abbandonare lì.
Non so se avete presente la Sit-com Boris, ma ho pensato immediatamente al l'attore Nando Martellone: comprimario nella serie "gli occhi del cuore", caduto in disgrazia per uno scandalo di cocaina, scopre che la produzione vorrebbe eliminare il suo personaggio. a quel punto, però, si ricorda che il suo personaggio non può morire, perchè l'unico in grado di comunicare con una bambina muta che conosce un segreto fondamentale; di conseguenza gli sceneggiatori, loro malgrado, sono costretti a mandarlo in coma, anzichè ucciderlo.
Martellone, appena lo scopre, si mette a correre per tutto il set gridando di gioia: "Si! vado 'n' cooooooooma!!! VAAADO 'N COOOOOOOMA! TIE'!".
un pò come esultare per lavorare gratis.

http://www.youtube.com/watch?v=VEbzbny7FNc

martedì 2 febbraio 2010

Tecniche motivazionali

"la rivoluzione digitale è già in atto... diciamo che, di conseguenza, presto i film non verranno più riversati su pellicola e il lavoro del proiezionista di sala sparirà. Anche al cinema, come a casa, basterà semplicemente premere play, e il film partirà da solo. chiunque potrà fare questo lavoro. Ma tranquilli, mancano almeno cinque anni."
Grazie tante. I miei 290 euro ti servivano per il fondo pensione?

lunedì 1 febbraio 2010

quando è troppo poco, è troppo

Annuncio ufficialmente che non sarò un'operatore call-center Vodafone Businness, e quindi con un certo rammarico che non ci sarà alcuna rubrica "la chiamata del giorno" (anche se prometteva bene). Infatti, pur avendo superato una selezione fratricida che ha mietuto vittime illustri (laureati con esperienze lavorative pluriennali in primis), ho rifiutato il contratto che mi è stato proposto questa mattina. Pazzo? Presuntuoso? Viziato? Non proprio.
Le ragioni della mia scelta sono molto semplici: la principale è che domani comincerò il corso da "operatore di cabina di proiezione" (uno dei lavori di Tyler Durden, per intenderci, anche se dubito che lui avesse il patentino) e i turni di lavoro non mi avrebbero mai permesso di frequentare tutte le lezioni; il corso è relativamente breve ma mi è costato 290 carte, va da sè che non mi piacerebbe provare la sensazione di averle buttate nel cesso. In più, sembra sia qualcosa di veramente professionalizzante, un miraggio oggigiorno, e ammetto che l'idea di starmene solo e retribuito per ore nella cabina di proiezione di un cinema susciti su di me un fascino irresistibile.
L'altra ragione è stata la bruciante sensazione che me lo stessero mettendo nel culo: dopo un corso di formazione della durata di 96 ore complessive mi è stato offerto (a forza di minacce, aggiungerei) un contratto di lavoro di ben 40 ore, retribuite a 7,019999 (il contratto recitava proprio così) euro meno il 20% l'ora. (tasse governative+racket interinale). e per giunta per un lavoro di merda! Divertente anche che a inizio corso mi avessero promesso un contratto di due mesi con opzione sui due successivi, e non l'equivalente di 10 giorni di lavoro, e una paga di 6,50 euro netti all'ora.
96 ore buttate, dunque? non necessariamente, dato che per il corso di formazione Vodafone mi saranno rimborsati 3,50 euro lordi all'ora: giusto giusto i soldi che servono per pagarsi il patentino di proiezionista. Niente accade per caso. e ci scappa anche una pizza.

lunedì 25 gennaio 2010

Brunetta, tenisse ciento lire?

questa cazzata di Brunetta, l'ultima, l'ennesima, manco la volevo commentare; è roba da bar dello sport, di una demagogia sconfinata. solo che mi fa troppa rabbia essere così preso per il culo e, dato che a me basteranno due parole, le scrivo.
Non la vogliamo questa paghetta di merda. vogliamo delle Leggi che ci tutelino.
ci vuole una politica seria per aiutare noi giovani ad uscire di casa, non le puttanate di un nano con l'attitudine al comando governato dal delirio di onnipotenza. cazzo se 500 euro al mese farebbero comodo! Ma anche durante l'erogazione del bonus, a chi o cosa a dovremmo la nostra indipendenza fittizia? vivere per qualche anno a spese dello stato aiuterebbe davvero noi giovani a maturare? e quando si chiuderanno i rubinetti (perchè succederà) cosa faremo noi Bamboccioni (Mon dieu!) figli del culturame (Porsche dieu!!) comunque costretti a scattare da un contratto a progetto all'altro per arrotondare il bonus? saremmo nuovamente col culo per terra, ma più vecchi e ancor più scartabili.
Sicurezza sul lavoro, contratti a tempo indeterminato o lunghi almeno qualche anno, fine della mafia interinale, contributi per le nostre pensioni, condizioni di lavoro psicologicamente accettabili, fine del nero, una formazione seria, la possibilità di scegliere e non di vivere nella perenne minaccia di essere sostituibili.
questo è quello di cui abbiamo bisogno. è così fottutamente difficile?

domenica 24 gennaio 2010

Avatar, James Cameron

Non è stato facile riuscire a vedere Avatar, data l'isteria generale che si è scatenata in giro. sale completamente esaurite, gente che ti passa davanti e compra 18 biglietti a 4 ore dall'inizio della proiezione, spettatori seduti in poltroncine posizionate talmente bene da farti pensare che loro nella Sala ormai ci vivano, per aver preso dei posti così.
mi sono dovuto quindi rassegnare alla seconda fila centrale, che però si è rivelata una scelta azzeccata, come già mi era stato suggerito da un paio di amici; la vicinanza estrema con lo schermo favorisce l'immedesimazione totale (oltre al torcicollo e ad un lieve mal di testa) con il mondo in 3d che ci si para davanti, escludendo di fatto dal campo visivo tutto ciò che non è Avatar. Probabilmente la 5a o 6a fila sarebbero l'ideale.
Detto ciò, è molto difficile scrivere di Avatar qualcosa di veramente originale. si tratta innanzitutto un film spettacolare oltre ogni limite, in grado di rievocare i film pantagruelici e totali di un Griffith o di un Murnau, a cui già si perdonavano volentieri ingenuità e dialoghi scadenti in cambio dell'estasi visiva che erano in grado di offrire a spettatori meno smaliziati di noi.
Capace, come in molti già hanno scritto, di "spostare l'asticella" (espressione tremendamente usata in questo caso) dell'utilizzo del 3D molto al di sopra degli altri cineasti che già ci si sono cimentati o che presto lo faranno; a tal proposito ho il timore che l'Alice nel Paese delle Meraviglie di Burton (che comunque a mio giudizio già soffre di precoce demenza senile da cinque-sei anni) uscirà già superato, in un certo senso.
Avatar sarà insomma inevitabile pietra di paragone per tutta la cinematografia fantascientifico-spettacolare a venire, come era stato per la prima trilogia di Guerre Stellari (peraltro chiaramente citato per esempio nella silhouette del Turok che si allontana all'orizzonte, identico all' X-Wing di Skywalker) o per Alien - Scontro Finale e Terminator 2 (entrambi di Cameron, entrambi di gran lunga superiori al Blockbuster senza tempo che è stato "Titanic").
Criticare Avatar perchè i personaggi secondari sono stati tratteggiati in maniera sommaria, perchè la storia sia un adattamento 2.0 di Balla coi lupi o perchè i militari siano sostanzialmente degli imbecilli e la morale sia un tirito e ritrito appello al pacifismo e all'ecologia, con una spruzzata di spiritualità new age, significa non capirne affatto il senso: con Avatar la proiezione torna ad essere evento assoluto, esperienza collettiva onirica trasversale e universale, non scaricabile nè riproducibile in un luogo che non sia la sala cinematografica.
Una boccata d'aria per il cinema asfittico e terrorizzato dalla pirateria di questo decennio.


martedì 19 gennaio 2010

FormaMentis

"se il cliente non disdiva la pratica..." - pausa - "allora ho fatto in modo che la disdesse." - sguardo figo -
ora io non vorrei dire, ma questa frase l'ha detta un tale che sarà un mio superiore, lunedì prossimo.
rendiamoci solo conto. voglio disdere il mio contratto.

lunedì 18 gennaio 2010

sogni d'oro

alle 00:30 è giusto andare a dormire, quando hai la sveglia alle 6:40; ci stanno 10 minuti buoni per riuscire ad addormentarsi e ben due cicli di sonno interi.

all' 1:07 ti stai ancora girando fra le lenzuola ma ci sta, è stata una giornata abbastanza inutile e la voglia di fare ti è rimasta incastrata fra l'aorta e l'intenzione.

alle 2:23 la situazione comincia a diventare pesante; sai che devi addormentarti in fretta, altrimenti domani lo farai davanti al pc, cercando di non farti vedere dal tuo formatore. 4 ore di sonno ti sembrano comunque ancora garantirti un'autonomia rispettabile, l'indomani. serri gli occhi e resti immobile, cercando di non aumentare la temperatura corporea e sperando che Morfeo, in vistoso ritardo, ti sorprenda.

alle 3:42 non capisci bene cosa sta succedendo. non c'è un solo motivo plausibile per il quale non riesci a dormire, ti senti stanco, dev'esserci un errore. la pozza di sudore che hai appena creato, comunque, non aiuta allo scopo. ti concentri sull'ultimo ciclo di sonno ancora alla tua portata.

alle 4:18 sai di essere chiaramente irrecuperabile. hai la piena consapevolezza che domani sarai un cadavere ambulante... forse due orette di sonno renderebbero le tue condizioni meno tragiche, vale la pena provare. occhi (chiusi) sul premio. forse è il caso di rigirarsi un'ultima volta.

5:42: solo un'ora, dio, dammi una sola ora di sonno.

probabilmente devo smetterla di tenere il cellulare sul comodino.

giovedì 14 gennaio 2010

the best of you, Foo Fighters

dopo due giorni di corso di formazione pre-call center mi sento di affermare che le migliori menti di questa generazione stanno chiuse in stanze con una cuffia nell'orecchio e una tastiera sottomano impegnate a non sembrarvi degli idioti per 6 euro l'ora.
fra ieri e oggi ho conosciuto ragazzi e ragazze fantastici, accomunati dal destino di chi vive in un paese ormai andato giù per la catena del cesso. spesso siamo più intelligenti e preparati dei nostri "capi", ma non abbiamo scelta e quindi dipendiamo dalle decisioni di chi sostanzialmente ha avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto (cioè un paio d'anni fa), e nessun'altra qualità in più, se non al limite qualche raccomandazione; costoro possono insultarci, umiliarci, deriderci e sfotterci, sfruttarci e complicarci maledettamente la vita dentro e fuori dal posto di lavoro.
Ma posto che a molti di noi i soldi servono davvero (io non ho ancora bollette da pagare, quindi non posso inserirmi a pieno titolo nella suddetta categoria) e che quindi non siamo in condizione di reagire a una situazione simile, in che modo si può strutturare una strategia difensiva?
Cercando almeno di non dargli il meglio di noi stessi, forse. Credo che non dovremmo regalare la nostra passione e la nostra voglia di realizzare qualcosa di concreto a questi individui e alle loro mega-aziende spersonalizzanti; il tempo purtroppo se lo prendono per forza. Dovremmo forse cercare di essere inappuntabili e ingannarli all'inizio, facendoci proporre il contratto, e una volta firmatolo tentare di distruggere questi mostri dall'interno, impegnarci al minimo sindacale e ridere di fronte agli immancabili cazziatoni, ballando sulla linea sottile del licenziamento.
Ma ci vuole un guscio solido, che si serri o si dissolva in una strisciata di badge. io me lo sto costruendo, insulto su insulto, rinuncia su rinuncia.

I’ve got another confession to make
I’m your fool
Everyone’s got their chains to break
Holdin’ you
Were you born to resist or be abused?
Is someone getting the best, the best, the best, the best of you?

mercoledì 13 gennaio 2010

Bloggaji

Negli ultimi giorni mi capita spesso di vedere un manifesto publicitario decisamente criptico, nel quale una scritta fucsia spinto, apparentemente priva di significato, campeggia su sfondo nero.
e basta.
il nome del nuovo sedicente brand è "Bronzaji", il che suggerisce intanto un'ispirazione giapponese di terza mano e in secondo luogo un probabile utilizzo del bronzo per prodotti che nemmeno riesco a immaginare.
è scontato che l'obbiettivo di una campagna di marketing di questo tipo sia spingere l'ignaro consumatore (in questo caso io) a chiedersi in quale prodotto si concretizzerà un messaggio pubblicitario tanto evocativo. Ammetto di essermelo chiesto subito, in effetti. e allora?
ho anche pensato con la stessa velocità che in fondo non me ne fregava un cazzo, e che non c'è una sola possibilità che io possa comprare qualcosa con un nome così brutto. il fatto che io sprechi un attimo a soffermarmi su un mistero sìttanto misterioso mi vincola in qualche modo ad un futuro acquisto? non credo proprio. ma non sono certo un pubblicitario, io.

"Guarda Smithers, sta arrivando Garbo!" "Credo si chiami Gabbo, Mr. Burns"

venerdì 8 gennaio 2010

re-volver

Dopo una pausa di quasi 4 mesi ritorno a scrivere; ragionevolmente, il periodo di silenzio di questo Blog è derivato dalla voglia del sottoscritto di passare più tempo possibile con la propria ragazza prima che partisse per l'Erasmus. in pratica ieri lei è arrivata in Francia (Nooooooooooo dico io), oggi io decido di ricominciare a scrivere (ieeeeeeee dite voi, anche se devo ancora capire bene quanti ne siete): facile come bere un sorso di Pastìs.
Penso anche che per lo stesso motivo ho fatto molta meno attenzione alla fredda cronaca, ma intendo recuperare nelle prossime due righe: l'"attentato" a Berlusconi è una montatura, l'italia non guida la ripresa, Obama è Bush da negro, questo è il Toro peggiore della storia, il Pd continuerà a fare schifo anche con Bersani, Fini è un fascista, il caso Spatuzza era una bolla di sapone, il punto G è una trovata pubblicitaria o giù di lì ( http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/scienze/sessualita/puntog-ricerca/puntog-ricerca.html ). c'è solo l'ultimo link tanto è l'unico che vi interessa, lo so.
venendo a noi, ho trovato il tanto agognato lavoro: da mercoledì prossimo pare proprio che presterò i miei servigi in un call center della Vodafone, tramite un'agenzia a cui sono stato segnalato da un'altra agenzia (giusto per farvi capire quante zavorre ha in partenza il già ridicolo stipendio.): totale 4 colloqui complessivi per tre mesi di lavoro
Non ci saranno quindi più colloqui all'orizzonte (reali o immaginari che siano) almeno per un pò, ma credo verranno sostituiti qui sul blog dalla nuova sfavillante rubrica "la telefonata del giorno".
e questo è tutto, per ora.