lunedì 25 gennaio 2010

Brunetta, tenisse ciento lire?

questa cazzata di Brunetta, l'ultima, l'ennesima, manco la volevo commentare; è roba da bar dello sport, di una demagogia sconfinata. solo che mi fa troppa rabbia essere così preso per il culo e, dato che a me basteranno due parole, le scrivo.
Non la vogliamo questa paghetta di merda. vogliamo delle Leggi che ci tutelino.
ci vuole una politica seria per aiutare noi giovani ad uscire di casa, non le puttanate di un nano con l'attitudine al comando governato dal delirio di onnipotenza. cazzo se 500 euro al mese farebbero comodo! Ma anche durante l'erogazione del bonus, a chi o cosa a dovremmo la nostra indipendenza fittizia? vivere per qualche anno a spese dello stato aiuterebbe davvero noi giovani a maturare? e quando si chiuderanno i rubinetti (perchè succederà) cosa faremo noi Bamboccioni (Mon dieu!) figli del culturame (Porsche dieu!!) comunque costretti a scattare da un contratto a progetto all'altro per arrotondare il bonus? saremmo nuovamente col culo per terra, ma più vecchi e ancor più scartabili.
Sicurezza sul lavoro, contratti a tempo indeterminato o lunghi almeno qualche anno, fine della mafia interinale, contributi per le nostre pensioni, condizioni di lavoro psicologicamente accettabili, fine del nero, una formazione seria, la possibilità di scegliere e non di vivere nella perenne minaccia di essere sostituibili.
questo è quello di cui abbiamo bisogno. è così fottutamente difficile?

domenica 24 gennaio 2010

Avatar, James Cameron

Non è stato facile riuscire a vedere Avatar, data l'isteria generale che si è scatenata in giro. sale completamente esaurite, gente che ti passa davanti e compra 18 biglietti a 4 ore dall'inizio della proiezione, spettatori seduti in poltroncine posizionate talmente bene da farti pensare che loro nella Sala ormai ci vivano, per aver preso dei posti così.
mi sono dovuto quindi rassegnare alla seconda fila centrale, che però si è rivelata una scelta azzeccata, come già mi era stato suggerito da un paio di amici; la vicinanza estrema con lo schermo favorisce l'immedesimazione totale (oltre al torcicollo e ad un lieve mal di testa) con il mondo in 3d che ci si para davanti, escludendo di fatto dal campo visivo tutto ciò che non è Avatar. Probabilmente la 5a o 6a fila sarebbero l'ideale.
Detto ciò, è molto difficile scrivere di Avatar qualcosa di veramente originale. si tratta innanzitutto un film spettacolare oltre ogni limite, in grado di rievocare i film pantagruelici e totali di un Griffith o di un Murnau, a cui già si perdonavano volentieri ingenuità e dialoghi scadenti in cambio dell'estasi visiva che erano in grado di offrire a spettatori meno smaliziati di noi.
Capace, come in molti già hanno scritto, di "spostare l'asticella" (espressione tremendamente usata in questo caso) dell'utilizzo del 3D molto al di sopra degli altri cineasti che già ci si sono cimentati o che presto lo faranno; a tal proposito ho il timore che l'Alice nel Paese delle Meraviglie di Burton (che comunque a mio giudizio già soffre di precoce demenza senile da cinque-sei anni) uscirà già superato, in un certo senso.
Avatar sarà insomma inevitabile pietra di paragone per tutta la cinematografia fantascientifico-spettacolare a venire, come era stato per la prima trilogia di Guerre Stellari (peraltro chiaramente citato per esempio nella silhouette del Turok che si allontana all'orizzonte, identico all' X-Wing di Skywalker) o per Alien - Scontro Finale e Terminator 2 (entrambi di Cameron, entrambi di gran lunga superiori al Blockbuster senza tempo che è stato "Titanic").
Criticare Avatar perchè i personaggi secondari sono stati tratteggiati in maniera sommaria, perchè la storia sia un adattamento 2.0 di Balla coi lupi o perchè i militari siano sostanzialmente degli imbecilli e la morale sia un tirito e ritrito appello al pacifismo e all'ecologia, con una spruzzata di spiritualità new age, significa non capirne affatto il senso: con Avatar la proiezione torna ad essere evento assoluto, esperienza collettiva onirica trasversale e universale, non scaricabile nè riproducibile in un luogo che non sia la sala cinematografica.
Una boccata d'aria per il cinema asfittico e terrorizzato dalla pirateria di questo decennio.


martedì 19 gennaio 2010

FormaMentis

"se il cliente non disdiva la pratica..." - pausa - "allora ho fatto in modo che la disdesse." - sguardo figo -
ora io non vorrei dire, ma questa frase l'ha detta un tale che sarà un mio superiore, lunedì prossimo.
rendiamoci solo conto. voglio disdere il mio contratto.

lunedì 18 gennaio 2010

sogni d'oro

alle 00:30 è giusto andare a dormire, quando hai la sveglia alle 6:40; ci stanno 10 minuti buoni per riuscire ad addormentarsi e ben due cicli di sonno interi.

all' 1:07 ti stai ancora girando fra le lenzuola ma ci sta, è stata una giornata abbastanza inutile e la voglia di fare ti è rimasta incastrata fra l'aorta e l'intenzione.

alle 2:23 la situazione comincia a diventare pesante; sai che devi addormentarti in fretta, altrimenti domani lo farai davanti al pc, cercando di non farti vedere dal tuo formatore. 4 ore di sonno ti sembrano comunque ancora garantirti un'autonomia rispettabile, l'indomani. serri gli occhi e resti immobile, cercando di non aumentare la temperatura corporea e sperando che Morfeo, in vistoso ritardo, ti sorprenda.

alle 3:42 non capisci bene cosa sta succedendo. non c'è un solo motivo plausibile per il quale non riesci a dormire, ti senti stanco, dev'esserci un errore. la pozza di sudore che hai appena creato, comunque, non aiuta allo scopo. ti concentri sull'ultimo ciclo di sonno ancora alla tua portata.

alle 4:18 sai di essere chiaramente irrecuperabile. hai la piena consapevolezza che domani sarai un cadavere ambulante... forse due orette di sonno renderebbero le tue condizioni meno tragiche, vale la pena provare. occhi (chiusi) sul premio. forse è il caso di rigirarsi un'ultima volta.

5:42: solo un'ora, dio, dammi una sola ora di sonno.

probabilmente devo smetterla di tenere il cellulare sul comodino.

giovedì 14 gennaio 2010

the best of you, Foo Fighters

dopo due giorni di corso di formazione pre-call center mi sento di affermare che le migliori menti di questa generazione stanno chiuse in stanze con una cuffia nell'orecchio e una tastiera sottomano impegnate a non sembrarvi degli idioti per 6 euro l'ora.
fra ieri e oggi ho conosciuto ragazzi e ragazze fantastici, accomunati dal destino di chi vive in un paese ormai andato giù per la catena del cesso. spesso siamo più intelligenti e preparati dei nostri "capi", ma non abbiamo scelta e quindi dipendiamo dalle decisioni di chi sostanzialmente ha avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto (cioè un paio d'anni fa), e nessun'altra qualità in più, se non al limite qualche raccomandazione; costoro possono insultarci, umiliarci, deriderci e sfotterci, sfruttarci e complicarci maledettamente la vita dentro e fuori dal posto di lavoro.
Ma posto che a molti di noi i soldi servono davvero (io non ho ancora bollette da pagare, quindi non posso inserirmi a pieno titolo nella suddetta categoria) e che quindi non siamo in condizione di reagire a una situazione simile, in che modo si può strutturare una strategia difensiva?
Cercando almeno di non dargli il meglio di noi stessi, forse. Credo che non dovremmo regalare la nostra passione e la nostra voglia di realizzare qualcosa di concreto a questi individui e alle loro mega-aziende spersonalizzanti; il tempo purtroppo se lo prendono per forza. Dovremmo forse cercare di essere inappuntabili e ingannarli all'inizio, facendoci proporre il contratto, e una volta firmatolo tentare di distruggere questi mostri dall'interno, impegnarci al minimo sindacale e ridere di fronte agli immancabili cazziatoni, ballando sulla linea sottile del licenziamento.
Ma ci vuole un guscio solido, che si serri o si dissolva in una strisciata di badge. io me lo sto costruendo, insulto su insulto, rinuncia su rinuncia.

I’ve got another confession to make
I’m your fool
Everyone’s got their chains to break
Holdin’ you
Were you born to resist or be abused?
Is someone getting the best, the best, the best, the best of you?

mercoledì 13 gennaio 2010

Bloggaji

Negli ultimi giorni mi capita spesso di vedere un manifesto publicitario decisamente criptico, nel quale una scritta fucsia spinto, apparentemente priva di significato, campeggia su sfondo nero.
e basta.
il nome del nuovo sedicente brand è "Bronzaji", il che suggerisce intanto un'ispirazione giapponese di terza mano e in secondo luogo un probabile utilizzo del bronzo per prodotti che nemmeno riesco a immaginare.
è scontato che l'obbiettivo di una campagna di marketing di questo tipo sia spingere l'ignaro consumatore (in questo caso io) a chiedersi in quale prodotto si concretizzerà un messaggio pubblicitario tanto evocativo. Ammetto di essermelo chiesto subito, in effetti. e allora?
ho anche pensato con la stessa velocità che in fondo non me ne fregava un cazzo, e che non c'è una sola possibilità che io possa comprare qualcosa con un nome così brutto. il fatto che io sprechi un attimo a soffermarmi su un mistero sìttanto misterioso mi vincola in qualche modo ad un futuro acquisto? non credo proprio. ma non sono certo un pubblicitario, io.

"Guarda Smithers, sta arrivando Garbo!" "Credo si chiami Gabbo, Mr. Burns"

venerdì 8 gennaio 2010

re-volver

Dopo una pausa di quasi 4 mesi ritorno a scrivere; ragionevolmente, il periodo di silenzio di questo Blog è derivato dalla voglia del sottoscritto di passare più tempo possibile con la propria ragazza prima che partisse per l'Erasmus. in pratica ieri lei è arrivata in Francia (Nooooooooooo dico io), oggi io decido di ricominciare a scrivere (ieeeeeeee dite voi, anche se devo ancora capire bene quanti ne siete): facile come bere un sorso di Pastìs.
Penso anche che per lo stesso motivo ho fatto molta meno attenzione alla fredda cronaca, ma intendo recuperare nelle prossime due righe: l'"attentato" a Berlusconi è una montatura, l'italia non guida la ripresa, Obama è Bush da negro, questo è il Toro peggiore della storia, il Pd continuerà a fare schifo anche con Bersani, Fini è un fascista, il caso Spatuzza era una bolla di sapone, il punto G è una trovata pubblicitaria o giù di lì ( http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/scienze/sessualita/puntog-ricerca/puntog-ricerca.html ). c'è solo l'ultimo link tanto è l'unico che vi interessa, lo so.
venendo a noi, ho trovato il tanto agognato lavoro: da mercoledì prossimo pare proprio che presterò i miei servigi in un call center della Vodafone, tramite un'agenzia a cui sono stato segnalato da un'altra agenzia (giusto per farvi capire quante zavorre ha in partenza il già ridicolo stipendio.): totale 4 colloqui complessivi per tre mesi di lavoro
Non ci saranno quindi più colloqui all'orizzonte (reali o immaginari che siano) almeno per un pò, ma credo verranno sostituiti qui sul blog dalla nuova sfavillante rubrica "la telefonata del giorno".
e questo è tutto, per ora.