domenica 28 febbraio 2010

Bastardi Senza Gloria (e un pò azzurri)

Ho rivisto per la terza volta l'ultimo filmaccio (in senso buono) di Quentin Tarantino, dopo averlo notato troneggiare sullo scaffale principale del mio edicolante di fiducia. Non ho saputo resistere all'acquisto, pungolato peraltro dalla più classica delle trappole del commerciante: "Sai, è l'ultima copia che mi resta".
Un affare, mentre a malincuore stavo già riflettendo sul fatto che un dvd mi costi quasi tre ore di lavoro. (aggiungo che detesto comprare Panorama ma sono costretto ad ammettere che sia il giornale con gli inserti migliori. Inoltre, scaraventarlo nel bidone della rumenta appena fuori dall'edicola per tenersi solo il Dvd è per me una soddisfazione non da poco).
Inutile che ribadisca ancora una volta quanto mi abbiano fatto impazzire i Bastardi. Belli sporchi e cattivi, spietati, decisi e decisivi, forse non troppo acuti ma a tratti esilaranti. Appena fuori dalla sala anche io, come Tarantino stesso per bocca del tenente Aldo Raine nell'ultima scena della pellicola, avevo esclamato "Potrebbe essere il suo capolavoro!", e a tutt'oggi ne sono ancora convinto.
Fermo restando il livello tecnico altissimo dei film precedenti, l'attenzione maniacale per ogni dettaglio, la capacità non comune di tratteggiare personaggi e situazioni talmente assurdi da entrare immediatamente nel mito cinematografico, un cast perfettamente in parte da Pitt a Waltz passando (magari...) per la Laurent (menzione d'onore per Eli Roth, indimenticabile Orso Ebreo che punisce i nazisti armato di mazza da Baseball) e una colonna sonora da urlo, il tratto distintivo di Inglorious Basterds rispetto a tutti gli altri film del regista americano è la collocazione in un periodo storico preciso, il coraggio finalmente di rapportarsi a un avvenimento (e quale, poi) realmente accaduto, declinandolo in maniera totalmente personale.
Reservoir Dogs, Pulp Fiction, Jackie Brown e Kill Bill (Deathproof non lo considero nemmeno) avevano a mio giudizio questa unica pecca, e cioè di essere universi chiusi, di non aver alcun collegamento con la Storia. I Bastardi invece si muovono, ovviamente a modo loro, in un contesto che più reale non è possibile immaginare. E nonostante l'assurdità della vicenda narrata, Tarantino riesce con somma maestria a giustificare tutto ciò che succede, a rendere tutto plausibile, compreso l'assassinio finale nel cinema (unico luogo in cui Tarantino poteva situarlo) di Hitler. In altre parole, secondo me, se i Bastardi fossero realmente esistiti probabilmente la seconda guerra mondiale sarebbe anche potuta terminare in questo modo.
Riducendo poi la trama al minimo assoluto, abbiamo un pugno di perseguitati (in quanto ebrei durante il nazismo) che si oppongono ad un Regime Tirannico molto più potente di loro usando tecniche di resistenza Apache (lo dice Pitt stesso); se ci si pensa un attimo, è anche la stessa trama dell'altra pellicola dell'ultimo periodo che rimarrà negli annali della storia del cinema, Avatar. Qui i Bastardi sono buoni, blu e alti un paio di metri, ma la sostanza non cambia. Anche i Na'avi ricordano gli Apache per abitudini di vita, estetica e armi a disposizione, sono militarmente più deboli dei loro avversari ma trionfano (con sommo godimento del pubblico tutto) a dispetto delle forze in campo, usando il cuore e l'ingegno (come i Bastardi, in fondo).
Ma allora se al cinema le masse si appassionano per le minoranze (etniche o meno) che lottano, resistono e non si arrendono nemmeno quando la situazione è disperata, com'è che il mondo è sempre dominato dai Berlusconi mentre tutti quanti abbassano la testa? non sarebbe ora di una nostra piccola resistenza Apache?

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