lunedì 14 giugno 2010

il Toro resta.

Il Toro resta in serie B.

perdere la finale dei play-off mentre già si assaporano le voluttà della serie A è un pò come retrocedere una seconda volta.
Non mi va di ringraziare nessuno dei giocatori oggi, nè tantomeno la società o il presidente. la risalita nella massima serie sarebbe dovuta essere un atto dovuto, non un'impresa. Noi siamo il Toro, la prima squadra di torino per numero di tifosi, e la Serie A ci appartiene. lo dice la storia, il blasone, la nostra magnifica Maratona, i nostri eroici ex-giocatori e allenatori (senza andare troppo indietro, gente come Emiliano Mondonico e Roberto Muzzi). lo dice il cuore, lo dice lo spirito.
Poche partite all'altezza della nostra storia e del nostro proverbiale tremendismo (le quattro dei play-off più un paio della regular-season) non bastano a cancellare una stagione allucinante fatta di clamorosi rovesci (toro-padova 0-1, alla 6a stagionale, toro-crotone 1-2 alla 16a e toro-salernitana 2-3, con loro già retrocessi, alla 26.a) e squallidi pareggi, forse ancor più difficili da digerire (Toro-piacenza 1-1, Toro Cesena 1-1, 35a e 36a giornata) in casa, oltre alle imbarazzanti vicende avvenute fuori dal campo.
Come si evince dalle statistiche, le figure di merda stagionali sono sia precedenti che successive alla famosa rivoluzione di gennaio, dove l'ultimo d.s. Petrachi ha dato una nuova definizione al proverbio "fare le nozze coi fichi secchi". Senza spendere praticamente un euro è riuscito a far arrivare una decina di nuovi giocatori, per lo più interessanti, e a tagliare temporaneamente i rami secchi (DDM, Colombo, Loviso, Calderoni) che comunque avremo presto nuovamente sul groppone.
Trovo soprattutto imperdonabile il non aver acquistato una qualsiasi seconda punta integra ed esperta di categoria (quanto mai poteva costare?), preferendo andare a pescare "el Pescador" Salgado addirittura in Lega Pro. l'apporto di suddetto giocatore, come di Antonelli, Gorobsov e Statella, è stato nullo, in definitiva. quello degli epurati di gennaio, di Leon, Gasbarroni, Rivalta, Loria, Zoboli e di Pià è stato addirittura dannoso. a far intravedere buone qualità non del tutto espresse Pestrin, Rubin, Scaglia, Garofalo, D'aiello e Genevier (ma non sono dei fenomeni, in A temo se li mangerebbero, vedi Rubin Garofalo e Genevier).
Potessi, ripartirei da Morello, Sereni, D'ambrosio, Ogbonna, Barusso e Bianchi. Non è certo un caso che siano gli unici ad avere offerte. Rolando, soprattutto, è stata l'unica nota davvero memorabile di questa stagione. Un capitano e un signor giocatore come non se ne vedevano da parecchi anni, per qualità umane e tecniche riunite nella stessa persona. è stato anche l'unico a darci l'impressione di essersi innamorato di questa maglia almeno quanto noi ci siamo innamorati di lui.
Spero sul serio che rimanga, ma avendo fallito la promozione se ne andrà al 99%. Anche Ogbonna potrebbe andarsene, e persino D'ambrosio. Bisogna essere obbiettivi, e prepararsi al peggio.
Lo stesso Cairo potrebbe vendere, se trovasse un compratore serio (anche se mi pare che non ci sia nessuno alla porta). L'operato del presidente resta certamente controverso; io dico solo che le rose di brescia, cesena e lecce sulla carta non erano migliori delle nostre, cioè che Cairo non abbia speso meno o peggio di Corioni o Semeraro, per esempio, per non parlare del miracolo-Cesena.
Nel frattempo Colantuono (che non abbiamo mai apprezzato più di tanto) ammette di aver disputato i play-off già virtualmente seduto sulla panchina dell'Atalanta. Del resto, obbiettivamente, non è mai stato in grado di regalarci un gioco, quindi non credo lo rimpiangeremo troppo.
In buona sostanza, chi vuole abbandoni pure la nave. Noi saremo sempre qui.
Il Toro siamo noi.

Il Toro resta, e basta.