domenica 27 settembre 2009

colloquio immaginario #2

"Buongiorno, si accomodi"
"Buongiorno! dove posso posare la giacca?"
"la metta pure sull'appendiabiti"
"scusi ma non lo trovo"
"in effetti ha ragione, non c'è... allora la appoggi sulla sedia"
"mha, stava piovendo, è tutta bagnata..."
"non si preoccupi per la sedia. veniamo a noi"
"si, certo"
"sarò franco con lei.. per il lavoro di call center che intendiamo offrirle è ampiamente qualificato; intendo dire che chiunque lo sarebbe, ecco. leggo che ha una laurea, anche se in dams, dal punteggio molto alto..."
"si, 109... sà, quando faccio qualcosa mi impegno seriamente per farla nel miglior modo possibile"
"e fa bene"
"grazie"
"vedo anche che ha passato un anno all'estero, in Spagna. con lo spagnolo come se la cava?"
"ho un attestato di livello B2 col massimo punteggio, equivale a un'ottima conoscenza di livello intermedio... ho anche il certificato First di livello B in inglese"
"ottimo, le lingue sono importanti, al giorno d'oggi"
"lo so"
"non che servano per vendere enciclopedie, ma è comunque un qualcosa in più...
è anche automunito, quindi direi che di problemi non ce ne sarebbero proprio... però..."
"c'è un però?"
"eh si... vede io mi baso molto sulla prima impressione"
"hmm hmm"
"mi è sembrato un ragazzo deciso, in gamba, brillante"
"la ringrazio"
"si figuri! però vede, quella cosa della giacca..."
"che era bagnata?"
"ma no che era bagnata.. che non sapeva dove metterla! mi ha mostrato chiaramente di non avere spirito d'iniziativa"
"ma..."
"qui alla ******** abbiamo bisogno di giovani dinamici, sicuri, azzarderei rapaci. che non vengano a piangere da un superiore ad ogni minimo imprevisto, per intenderci."
"e quindi?"
"e quindi non l'assumo, chiara e semplice. posso darle un consiglio?"
"beh si"
"la prossima volta si porti un ombrello. vedrà che andrà meglio"
"Grazie Mille, davvero"
"si figuri, mi piace aiutare voi giovani disperati, quando posso. solo che oggi monete non ne ho."

giovedì 24 settembre 2009

I Furbetti del WorldWideQuartierino

E' la primissima volta che dedico un post a una persona. Soprattutto, è la prima ed ultima volta che dedicherò il post a una persona che non conosco nè mai conoscerò. Questo splendido esemplare di essere umano risponde al nome di Giovanni Niosi. Ma andiamo con ordine.
Nel bel mezzo della mia forsennata ricerca di un posto di lavoro ho pensato bene di buttarmi sui Form di banche, aziende varie, ferrovie e quant'altro. per farla breve, i forms si celano dietro al classico link "Lavora con Noi": si tratta nè più nè meno che di rispondere a un milione di domande sulla propria formazione e competenze, il tutto via web; c'è un 99,99% di probabilità che nessuno legga mai seriamente questa robaccia, ma almeno l'aspirante candidato non spreca carta in curriculum inutilmente, che è già un bel vantaggio. si diventa così disoccupati a impatto zero, per intenderci.
se fra i vari Forms una menzione d'onore la merita quello di trenitalia (che per cominciare non supporta Mozilla, ma che soprattutto sostiene di essere aggiornato al 01/01/1900! il millenium bug ha colpito solo lui..), il più lungo è indubbiamente quello della Sanpaolo, il cui completamento mi sarà costato un 45 minuti buoni. una volta ultimato e inviato mi sono però reso conto di aver commesso un errore madornale, modificabile solo accedendovi un'altra volta tramite la password che avrei dovuto ricevere al mio indirizzo mail. tutto ovvio, tutto chiaro. non fosse che ho imperdonabilmente messo un indirizzo mail errato, scrivendo mioindirizzo@gmail.it
ma Gmail non è mai .it, è solo e sempre .com; giusto? Sbagliato! ed è qui che entra in gioco Giovannino. perchè Gmail.it l'ha creata lui! esiste il sito, esiste la casella di posta, esiste il Logo (plagio palese di quello di google e anche del celebre baffo della Nike) esiste la ragione sociale, esiste una sede fisica (in Val D'aosta, tra l'altro...)
il bello è che tutto questo non ha nulla a che vedere con Google, (a cominciare dalla sede ) e non scommetterei un euro sul fatto che si tratti di una sfortunata coincidenza... "son Giovanni, voglio fare una casella di posta mail... mia ma proprio mia eh... e come la chiamo? GiovanniMail? mannò, più corto... Giomail? non mi convince... Gmail! bello schietto, sincero... andata!"
la cosa che mi stupisce davvero è che GiovanniMail sia ancora aperta e funzionante; anche se mi sfuggono gli estremi legali presumo si possa parlare di tentata violazione del copyright, pubblicità ingannevole, manifesta furberia o quant'altro... se un avvocato dovesse leggere queste righe e avesse la risposta, lo prego di darmi dei ragguagli.
io comunque non ho saputo resistere alla schiccheria e la mia brava casella @gmail.it me la son voluta fare. come mail la definirei il "Si plus ultra", nel senso che persino Virgilio è meglio (per non parlare di Emilio, che è meglio per antonomasia): ha la bellezza di una media di 60 utenti online, un colore violaceo e una velocità di risposta che trasforma istantaneamente il vostro modem in un 56k; è tempestata di Banners di dubbio gusto e 2 volte su 3 in cui si prova ad aprirla appare un messaggio di errore. praticamente, un tuffo negli anni 90'.
se fossi in voi non esiterei a regalarmene una, ma non esagerate sennò gli impalliamo il server. lo dico a voi tutti, mi raccomando. tutti e 3.

martedì 22 settembre 2009

colloquio immaginario #1

"Buongiorno, benvenuto."
"Buongiorno!"
"Sa già di cosa in cosa consiste il lavoro?"
"Si bè, se non sbaglio si tratta di fare il commesso... aiutare i clienti a scegliere, stare alla cassa, ordinare il negozio... cose così"
"si, insomma, lavorare al ******** significa molto di più, è quasi una filosofia di vita, però sul concreto ci siamo... perchè vorrebbe fare questo lavoro? e sia sincero..."
"mha fondamentalmente perchè ho una laurea inutile e non trovo una singola offerta di lavoro stimolante, nè sono capace di fare alcunchè di utile alla società. vorrei anche cominciare a metter da parte due lire per non stare attaccato alla gonna di mia madre fino ai 35 anni, insomma... esperienze lavorative non ne ho e voi sembrate gli unici così disperati da darmi un lavoro "
"Ma lei è pazzo? e me lo dice così?"
"ha detto di essere sincero"
"eeeeeeeeee ma c'è sincerità e sincerità"
"scusi"
"ma si figuri... tanto a me non me ne fotte un cazzo"
"e me lo dice così?"
"Qui alla ******** la sincerità è di casa."
"vabbè.. che faccio vado?"
"mannò, mi sto divertendo... rifacciamo: perchè vorrebbe fare questo lavoro? e sia sincero"
"perchè adoro il mondo dell'intrattenimento... ogni volta che vedo qualcuno comprare un videogame immagino il volto illuminato del bambino che lo riceve, si sa il sorriso di un bambino è qualcosa di prezioso ed io avrei sempre voluto far parte di questo processo magnifico e quasi commovente..."
"hahahahah... basta la prego... altre esperienze lavorative ne ha?"
"....mha ho fatto 4 mesi di stage non retribuito presso una televisione regionale, il GRP..."
"Ah! Pippo Baudo come sta?"
"...."
"su non faccia così... è andata abbastanza bene"
"Davvero?"
"certo!"
"quindi? c'è un altro colloquio, inizio con lo stage... come funziona?"
"Vabbè ma mica la assumo... è andata bene nel senso che era un pezzo che non mi divertivo così"
"Ah beh allora arrivederci... grazie eh"
"ma niente si figuri... e mi saluti la Carrà"

martedì 15 settembre 2009

siamo tutti borghesi

questo è uno dei rarissimi periodi della mia vita in cui sono quasi portato a pensare che la vita sia una cosa meravigliosa. in fondo sono reduce da vacanze fantastiche, fresco laureato col più classico dei voti beffa (un bel 109) e decisamente coinvolto in una relazione che definire promettente forse non rende giustizia. eppure proprio mentre mi convincevo che un atteggiamento positivo attirasse solo cose positive, che a loro volta ne attirano altre, sono bastati pochi banali imprevisti per riscoprirmi borghese nella più squallida delle accezioni.
La Ggtt (Glorioso gruppo trasporti torinesi) non ha retto alla prima vera pioggia stagionale, lasciandomi ad aspettare una trentina di minuti alla fermata mentre bus esattamente uguali a quelli che avrei dovuto prendere si dirigevano in deposito nella mestizia delle loro luci spente. in questa mezz'oretta buona ho avuto modo nell'ordine di: pestare una chewingum-bestemmiare contro una macchina che mi ha lavato completamente-litigare con un anziano che non è entrato nel mio precedente post "bipolari nei bilocali" solamente perchè non lo conoscevo ancora: costui infatti è stato in grado di incolpare una ragazza di colore del lavaggio generale non richiesto (la quale avrebbe a suo dire alzato 200 ettolitri d'acqua col solo potere della suola delle scarpe), prendersela con me perchè gli spiegavo che non poteva essere stata lei, attaccare bottone con un marocchino che non ne aveva alcuna intenzione e infine insidiare delle sedicenni solo perchè avrebbero voluto scendere dal mezzo.
quando poi, uscito nuovamente di casa, mi sono seduto in macchina, ho notato che qualcosa non andava: il parabrezza aveva un bel buco al centro e crepe sparse, mentre minuscoli pezzi di vetro erano stagliati su cruscotto e sedili. ora io non sono affatto legato alla mia automobile, e oltretutto se penso che giusto l'altroieri uno spacciatore nigeriano è stato ucciso a coltellate a 100 metri da casa mia posso ritenermi pure fortunato, però la cosa mi ha fatto profondamente incazzare. ho iniziato a sbraitare contro "questi stronzi che non hanno un cazzo da fare se non rompere le palle agli altri" ma anche "eh si perchè se vado senza cintura mi fai il culo però poi ognuno in sto quartiere fa il cazzo che gli pare". tutto relativamente vero e giusto, quasi ragionevole.
mi rincresce però notare che la squallida poetica del piccolo orticello è qualcosa che ha contagiato tutti, me compreso; alla fine è entrata sottopelle anche a quelli che in qualche modo hanno sempre provato a opporsi. proviamo a dire che non ce ne frega nulla delle cose materiali ma in fondo non è mai vero, anzi sono le uniche cose alle quali siamo morbosamente attaccati; se conoscete qualcuno che filosofeggia, fottetegli il cellulare ("non è per il cellulare, è che adesso devo rifarmi la rubrica") o il portafogli ("non è per i soldi, è più la sbatta di rifare i documenti"), o rigategli la portiera dell'alfetta. in fin dei conti tutti desideriamo ardentemente che nessuno ci tocchi il nostro piccolo mondo equilibrato, e se capita siamo disposti a far fuoco e fiamme; spesso, anche a costo di scaricare il nostro fastidio su qualcun'altro ("mi han tamponato al parcheggio e non han lasciato il numero, mò che il danno l'ho fatto io col cazzo"). nel frattempo c'è chi si occupa di sfasciare ciò che resta di questo paese in agonia, disintegrare sistematicamente la scuola, sorvegliarci coll'esercito. ma per cose simili di rabbia non ce n'è rimasta nemmeno un pò.
tanto poi l'assicurazione paga tutto.

Giorgio Gaber - I borghesi
Antonio Albanese - il motorino (video)
Afterhours - il paese è reale

domenica 6 settembre 2009

home from home

da qualche parte bisogna pur ricominciare a scrivere, anche se confesso non mi spiacerebbe affatto essere ancora lì a smaltire la sbronza sulla spiaggia di San Sebastian o crearne una del tutto nuova chiuso in un pub di Dublino. ho passato un'estate fantastica, sinceramente; 2 settimane a San Sebastian con brevi tappe a Santander, Santillana de Mar, Pamplona ed Avignone, 4 giorni a Stoccolma e 3 a Dublino. parlarvi di questi posti mi pare del tutto superfluo, vi invito quindi piuttosto a farci un giro escludendo Santander che è una specie di Sanremo spagnola, ma senza Baudo; per il resto panorami stupendi e atmosfera indimenticabile.
anche la compagnia di amici e sconosciuti internazionali è stata eccellente, e di questo ringrazio tutti quelli con cui ho percorso un pezzo di viaggio, per brevissimo che fosse.
Tornare a Torino in effetti è stato una specie di trauma, e non solo perchè avevo trovato rifugio presso una burrosa americana che mi ha colpito come non succedeva da tempo; se avessi potuto scegliere, ragionevolmente, non mi sarei mai schiodato dal letto che abbiamo diviso per un paio di notti. galeotta fu Dublino e chi mi spillò l'ultima Kilkenny, insomma, o forse si trattava di qualcosa di più e di meglio che difficilmente avrò il piacere di scoprire.
in ogni caso la prima serata Golden/Imbarchino e la seconda Quadrilatero/Golden/Giancarlo mi hanno messo una tristezza addosso che non saprei definire, dato che in fondo ho rivisto i vari amici e fatto le identiche cose che al più tardi a fine luglio andavano benissimo. sarà che anche grazie a una discreta padronanza di spagnolo e inglese (quanto sono bravo mioddio) non ho avuto problemi a intrattenere alcun tipo di relazione, o che nei volti di chi è in vacanza o di chi semplicemente vive fuori dall'italia alberga una speranza che in questi paraggi è ormai merce preziosa, posso dire di essermi sentito a casa in diversi posti. so anche che Torino è la mia città ( tooooooorino-è-la-mia-città) e che difficilmente ne fuggirò, ma ammetto di stare prendendo seriamente in considerazione l'ipotesi, viste anche le facce da stronzi occasionali che ti capitano a tiro in una serata qualsiasi. L'italia è un paese per vecchi, il contrario del film dei Cohen (come dice marracash), noto che mi spinge a bere a profusione e soprattutto mi sono rotto il cazzo di questo alone di sfiducia che ci portiamo appresso. in questo proprio gli statunitensi mi hanno colpito maggiormente. i tre fratelli Cleary di Seattle, soprattutto, sembravano avere in qualche modo il mondo in mano, ma non con l'arroganza di un cazzuto texano (un saluto a Devin). piuttosto, si sentivano cittadini del mondo, consci di avere tutte le possibilità che noi qui oggi vediamo precluse dal figlio del tal regista o del tal scrittore o del primario, per intenderci. in fondo il mondo è la nostra ostrica e nessuno ci ha chiesto di affondare col Titanic continuando a suonare il violino.

Download: Non Confondermi - Marracash (per la citazione)
Molly's Lips - Nirvana (per ben 2 motivi)
Home From Home - Millencolin (per il titolo)
Kids - MGMT (è stato un lungo post)