martedì 15 settembre 2009

siamo tutti borghesi

questo è uno dei rarissimi periodi della mia vita in cui sono quasi portato a pensare che la vita sia una cosa meravigliosa. in fondo sono reduce da vacanze fantastiche, fresco laureato col più classico dei voti beffa (un bel 109) e decisamente coinvolto in una relazione che definire promettente forse non rende giustizia. eppure proprio mentre mi convincevo che un atteggiamento positivo attirasse solo cose positive, che a loro volta ne attirano altre, sono bastati pochi banali imprevisti per riscoprirmi borghese nella più squallida delle accezioni.
La Ggtt (Glorioso gruppo trasporti torinesi) non ha retto alla prima vera pioggia stagionale, lasciandomi ad aspettare una trentina di minuti alla fermata mentre bus esattamente uguali a quelli che avrei dovuto prendere si dirigevano in deposito nella mestizia delle loro luci spente. in questa mezz'oretta buona ho avuto modo nell'ordine di: pestare una chewingum-bestemmiare contro una macchina che mi ha lavato completamente-litigare con un anziano che non è entrato nel mio precedente post "bipolari nei bilocali" solamente perchè non lo conoscevo ancora: costui infatti è stato in grado di incolpare una ragazza di colore del lavaggio generale non richiesto (la quale avrebbe a suo dire alzato 200 ettolitri d'acqua col solo potere della suola delle scarpe), prendersela con me perchè gli spiegavo che non poteva essere stata lei, attaccare bottone con un marocchino che non ne aveva alcuna intenzione e infine insidiare delle sedicenni solo perchè avrebbero voluto scendere dal mezzo.
quando poi, uscito nuovamente di casa, mi sono seduto in macchina, ho notato che qualcosa non andava: il parabrezza aveva un bel buco al centro e crepe sparse, mentre minuscoli pezzi di vetro erano stagliati su cruscotto e sedili. ora io non sono affatto legato alla mia automobile, e oltretutto se penso che giusto l'altroieri uno spacciatore nigeriano è stato ucciso a coltellate a 100 metri da casa mia posso ritenermi pure fortunato, però la cosa mi ha fatto profondamente incazzare. ho iniziato a sbraitare contro "questi stronzi che non hanno un cazzo da fare se non rompere le palle agli altri" ma anche "eh si perchè se vado senza cintura mi fai il culo però poi ognuno in sto quartiere fa il cazzo che gli pare". tutto relativamente vero e giusto, quasi ragionevole.
mi rincresce però notare che la squallida poetica del piccolo orticello è qualcosa che ha contagiato tutti, me compreso; alla fine è entrata sottopelle anche a quelli che in qualche modo hanno sempre provato a opporsi. proviamo a dire che non ce ne frega nulla delle cose materiali ma in fondo non è mai vero, anzi sono le uniche cose alle quali siamo morbosamente attaccati; se conoscete qualcuno che filosofeggia, fottetegli il cellulare ("non è per il cellulare, è che adesso devo rifarmi la rubrica") o il portafogli ("non è per i soldi, è più la sbatta di rifare i documenti"), o rigategli la portiera dell'alfetta. in fin dei conti tutti desideriamo ardentemente che nessuno ci tocchi il nostro piccolo mondo equilibrato, e se capita siamo disposti a far fuoco e fiamme; spesso, anche a costo di scaricare il nostro fastidio su qualcun'altro ("mi han tamponato al parcheggio e non han lasciato il numero, mò che il danno l'ho fatto io col cazzo"). nel frattempo c'è chi si occupa di sfasciare ciò che resta di questo paese in agonia, disintegrare sistematicamente la scuola, sorvegliarci coll'esercito. ma per cose simili di rabbia non ce n'è rimasta nemmeno un pò.
tanto poi l'assicurazione paga tutto.

Giorgio Gaber - I borghesi
Antonio Albanese - il motorino (video)
Afterhours - il paese è reale

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