lunedì 24 gennaio 2011

sdraiabilmente Antonio

Venerdì sera Antonio Albanese si è presentato a Zelig nelle vesti di Cetto Laqualunque, personaggio entrato così profondamente nell'immaginario collettivo, anche grazie alle attualissime vicende di Silvio Berlusconi[1], da non aver bisogno di alcuna presentazione.

L'esibizione è stata il picco di share del baraccone di Canale 5, tristemente famoso per essere, al pari di Striscia la Notizia, una delle più riuscite espressioni del berlusconismo strisciante di questa epoca: è ovviamente Silvio che paga i lauti compensi degli artisti in scena, i quali in cambio lo crivellano di battute caricate a salve, senza mai toccare temi anche solo vagamente scottanti.
Il meccanismo è semplicissimo: i comici fanno i soldi, Silvio fa il democratico disponibile alla satira[2] e noi, dal nostro divano, ridiamo come matti. Il premio alla miglior faccia da culo lo meritano per distacco Ficarra e Picone[3], al secondo posto si piazza il Capo-comico Bisio, al terzo si posiziona la marmaglia indistinta.

In un contesto simile non riesco davvero a spiegarmi la presenza di Albanese. Uno dei migliori comici italiani degli ultimi 20 anni, dei più indipendenti nel senso puro del termine, secondo forse solo a Guzzanti per la capacità di analizzare il nostro tempo e fare pronostici sulla realtà che si rivelano tanto esatti quanto grotteschi e puntuali, si è prestato a questo meccanismo imbarazzante, per giunta con addosso proprio la maschera di Cetto[4].
Capisco che "Qualunquemente" sia uscito al cinema proprio venerdì scorso e che la prima serata di Canale 5 sia il miglior traino immaginabile, ma non mi sembra una giustificazione sufficiente[5]. Mi piacerebbe ancora credere che per certe persone, soprattutto se già ne hanno in abbondanza, i soldi non siano proprio tutto.

In sintesi Albanese è andato a fare il sosia di Berlusconi sulla sua rete ammiraglia, stravolgendo a mio avviso il senso del suo stesso messaggio e disinnescando la carica del personaggio; sembra che Berlusconi oggi possa davvero disporre di tutto, tanto dei corpi di giovani sprovvedute quanto delle menti di quei pochissimi comici che sembrano, o sembravano, elevarsi sopra la media.

E a te, caro Antonio, va il più sentito: 'N t'u culu.




[1] in questo blog non userò espressioni grillesche o nomignoli sagaci per descrivere il nostro presidente del consiglio. Nome e cognome ormai sintetizzano tutti gli appellativi possibili.


[2] salvo poi disintegrare luttazzi quando gli diede seriamente fastidio [2-1]


[3] i quali, pur bravini, prendono razione doppia lavorando anche a Striscia in primavera. A zelig, poi, hanno perfino la faccia tosta di presentarsi in scena travestiti da avvocati intenti a scrivere leggi ad personam per i loro clienti. Potrebbe sembrare satira, ma provate a guardarne un pezzo.


[4] il personaggio che ha messo a fuoco Berlusconi e il suo mondo meglio di qualsiaso altro, imitazioni comprese.


[5] benchè io sia consapevole che senza i 7 mln di spettatori a zelig il film difficilmente avrebbe incassato gli attuali 5 mln di euro nei primi 3 giorni di programmazione.

[2-1] quando era ancora credibile

5 commenti:

Anonimo ha detto...

secondo me albanese ha scelto sin dall'inizio (forse non proprio dall'inizio) una strada parecchio diversa da quella di guzzanti o luttazzi (che per me è ancora credibile, ben inteso)...
si è sempre esposto in una maniera molto più mediata, molto meno "violenta" (non ha mai fatto nomi, tanto per dire), pur facendo una comicità assolutamente schietta e attuale (che brutta parola, non ho avuto il tempo di cercarne una migliore).
credo che volutamente il personaggio di cetto laqualunque abbia due connotazioni distinte: una piu corrosiva e una piu becera e popolare (se non altro perche usa dei tormentoni superesagerati e insistenti). cosa, tra l'altro, che si sposa alla perfezione col personaggio, e che non può far altro che portare un po' di dissenso (magari becero, magari qualunquista) fra i milioni di telespettatori di zelig.
vista così, ci ha preso in pieno, cazzu iu

poi se silvio telefona a gad lerner e si fa l'imitazione da solo non c'è neanche più bisogno dei comici eccheccazzo.

saluti
vinz

sideshowcla ha detto...

concordo sul fatto che cercare di raggiungere più persone possibile per trasmettere dei contenuti sia una cosa in sè positiva, ma credo anche che sia necessario valutare il mezzo attraverso il quale lo si fa.
la strategia del cavallo di troia contro berlusconi (uso i suoi mezzi contro di lui) si è rivelata fallimentare alla luce dei fatti. albanese, poi, è sempre riuscito a raggiungere un pubblico enorme, soprattutto grazie al sodalizio con Fazio. il "messaggio" era già arrivato dove poteva attecchire; continuo a pensare che la comparsata a Zelig sia servita solo ad ingrossare gli incassi della pellicola e lo share di canale 5

Anonimo ha detto...

lo dico per la cronaca: il film fa supercagare.

Anonimo ha detto...

firmato: vinz

Anonimo ha detto...

la satira dovrebbe far ridere e riflettere.
se tv e cinema non fanno passare il secondo fine è perchè il pubblico non vuole percepirlo, educato così, fra gli altri, da tv e cinema.

insomma, se lo vedo io o la casalinga di voghera (col solito rispetto parlando), che sia su canale5 o al teatro della caduta, io rido e sto male, lei ride e basta. forse.

rusty